MARCO PONTI È UN AUTORE E ATTORE
Per 7 anni ho lavorato nei musical con Nino D’Angelo. Mi ritengo un artista completo, cantante e tanto altro. Nel ’95 è uscito il primo album già come cantautore. Ho alternato fasi in cui ho fatto dischi con fasi in cui ho scritto per altri artisti e fasi in cui mi sono ritrovato a recitare cantare e ballare in vari musical di Nino D’Angelo per tutta l’Italia, e con il quale ho fatto anche “Domenica In”.
Dopo 7 anni arrivo a questo nuovo album “#RESET”, nato quasi per gioco, avevo dei brani da me scritti per altri artisti e che feci ascoltare a Francesco D’Alessio; lui mi disse «No, ma queste devi cantarle tu!». Da quest’affermazione mi è ripartito l’entusiasmo e abbiamo realizzato questo album. Ho scritto canzoni quasi per tutti: Franco Ricciardi, Ivan Granatino, Carmelo Zappulla, Ida Rendano, Gino Da Vinci … Non tutti sanno che ho scritto “Riest cu mme” per Ivan Granatino, “A cap e o cor” per Ida Rendano, “Famm nnammurà” per Gino Da Vinci, poi ho scritto circa 30/40 canzoni per Carmelo Zappulla. Il canto, lo scrivere testi… sono nati insieme, una passione nata dall’incontro con Enzo Rossi, arrangiatore partenopeo fortissimo negli anni ’90, e con lui è nato il primo album nel quale mi sono cimentato anche come autore. Da qui è cominciata la mia avventura musicale.
DAL MOMENTO CHE IL TUO ALBUM PALESEMENTE NON È NEOMELODICO, QUAL È IL GENERE MUSICALE SU CUI TI ORIENTI?
In realtà ammetto che mi sono un po’ sacrificato perché, ascoltando il mio album precedente, ti redi conto di quanto sia, nella sua totalità, essenzialmente rock italiano. “Dritto e rovescio” è un doppio album che racchiude i successi scritti per altri e quelli che mi rappresentano appieno. Insomma due facce di una stessa medaglia. Feci anche un concerto al Teatro Lendi di Sant’Arpino (CE) che andò molto bene. Era rock nel genere come nel look. Poi però mi sono accorto di essere troppo fuori Napoli e, ragionando, ho pensato che se mi devo muovere nella mia città lo devo fare con le armi giuste altrimenti non ha senso. Quindi ho cercato di trovare il giusto compromesso tra quello che sono e quello che, invece, serve.
QUALI SONO I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO MUSICALI?
Michael Bolton è uno di questi, nonostante il genere musicale sia diverso dal mio perché lui fa pop. Lui ha una voce che però può cantare tutto. Noi siamo contaminati da ciò che ascoltiamo e da ciò che ci piace. Molti dicono che io ho una vaga somiglianza con Michele Zarrillo quando canto. Ma se ascolti Michael Bolton ti rendi conto che entrambi somigliamo a lui. Questo perché a entrambi abbiamo lo stesso idolo che è per noi fonte di contagio. Abbiamo questa caratteristica vocale graffiante che ci rende simili, ma se ascolti Zarrillo nei bassi, siamo completamente diversi, in certe note invece eguagliamo Bolton. Un po’ come quando ascolti Nek e ti rendi conto che delle sue somiglianze con Sting. Inevitabilmente gli idoli ti contaminano.
COME MAI PARLI DI “MALAMMORE”?
“Malammore” è un modo diverso di raccontare l’amore tra amanti. Anche questo mi differenzia dalla musica neomelodica. Malammore è un cattivo amore, un amore fuori dalle regole. Comunque ti regala delle emozioni, si parla della stessa tematica ma in una maniera più internazionale.
PROGETTI PER IL FUTURO?
Ho delle cose in testa. Vorrei fare un concerto dove cantare vecchio e nuovo ripercorrendo il mio cammino e raccontando un po’ chi sono. Presto ci sarà una serie tv di 12 puntate, “Nuova Camorra”, che andrà in onda su Sky e che mi vede come attore protagonista. La tematica è facilmente intuibile dal titolo scelto. Il regista mi ha fatto la proposta dopo aver visto il video di Malammore ed io ho accettato perché penso che mi darà nuova visibilità. Vorrei cercare di scrivere qualcosa per portare malammore in teatro sotto forma di musical e trovare un modo per raccontare tutte le occasioni in cui l’amore non è un bell’amore. Esistono storie d’amore che ti distruggono nonostante siano cariche di passione.
IL TUO FEELING CON FRANCESCO D’ALESSIO NASCE DAL FATTO CHE CON LUI MARCO PONTI PUÒ ESSERE SÉ STESSO?
Per me Kekko D’Alessio come compositore e come arrangiatore è il numero 1 perché le sue canzoni hanno una forza in più. Quando metti le parole sulla sua musica, ti è più facile perché nella sua musica già ci sono le parole. Scrivere su una bella musica ti coinvolge di più. Ho partecipato alla scrittura di una canzone per Rosario Miraggio, “Innamorarsi e poi”, ed è uscito un bellissimo singolo.
COM’È IL TUO RAPPORTO CON I SOCIAL
Li uso molto ma non sempre sono semplici. Sono il mezzo più veloce e più economico per comunicarsi ed arrivare un po’ ovunque.
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intervista a cura di Bruno Cirillo