È accaduto spesso in passato che all’ombra del Vesuvio personaggi famosi siano stati vittime di rapina, a dimostrazione del fatto che a Napoli i malviventi non guardano in faccia a nessuno. Anzi, in certe occasioni può succedere anche che il vip malcapitato non sia nemmeno riconosciuto dal rapinatore. È proprio la disavventura vissuta qualche giorno fa da Ivan Granatino e Franco Ricciardi, che, sotto minaccia di una pistola, sono stati privati di alcuni effetti personali da due ragazzi che li hanno avvicinati mentre erano in auto, fermi in mezzo al traffico
A parlare dell’episodio è stato il giovane rapper, che ha descritto la dinamica dell’accaduto a Radio Marte nel corso del programma La Radiazza: «Io e Franco eravamo bloccati in un ingorgo sull’Asse Mediano, all’altezza dell’uscita Sant’Antimo-Sant’Arpino, quando si sono avvicinati due ragazzi sul motorino – ha raccontato Ivan Granatino, raggiunto telefonicamente dal conduttore, Gianni Simioli – Uno di loro è sceso dal motorino e ci ha puntato la pistola contro».
Una sequenza durata pochi secondi: «Si è svolto tutto molto in fretta e non credo ci abbiano riconosciuti, di certo ho avuto molto paura – ha detto ancora il cantante –. Si sono presi l’orologio, un bracciale, una collana e un paio di occhiali Gucci, ma il danno economico è relativo. Mi ha fatto molto più male vedere dei ragazzini rischiare la vita per così poco».
Granatino, che parlava da un treno diretto a Milano, ha poi proseguito: «Probabilmente il ragazzo era più spaventato di me e magari quella era una pistola giocattolo. Con questo non voglio giustificarlo o assolverlo, voglio solo dire che a questi ragazzi bisogna dare dei valori e offrire delle alternative. A quell’età dovrebbero pensare a studiare e a costruirsi un futuro, mentre nel 2020 fa male vedere che per strada c’è ancora tanto disagio sociale». E ha concluso: «Non ho ancora sporto denuncia per mancanza di tempo, lo farò sicuramente quando rientro a Napoli, perché sono comunque dalla parte della legalità. Dico solo che se a 16 anni vanno a fare le rapine, magari con la pistola finta e la mano che trema, rischiando la vita per un paio di occhiali Gucci, vuol dire che la colpa è anche di chi a questi ragazzini sta dando esempi sbagliati».