I NEOMELODICI NON ENTRANO!

VILLA BALKE
«I neomelodici in una struttura napoletana durante una cerimonia a cui avrei dovuto partecipare io, NON ENTRANO (così come i cani al supermercato nel banco alimentari)». Dura la reazione dell’artista che decide di dire la sua al riguardo difendendo quella che è la cultura della musica napoletana e non solo. Si leggeva nel post pubblicato qualche giorno fa: «Nun ce so’ state ne santi ne maronn, per convincere direttore e proprietario a farmi cantare (da parte dei genitori degli sposi quasi in supplica)».

Fiorellino a Gianni Simioli ha ricordato che a consigliare la location alla coppia di sposi pare sia stato proprio lui: “Quindi, io ho dato lavoro a loro e loro l’hanno tolto a me“, sottolinea rammaricato Fiorellino.

Il comunicato ufficiale di Gianni Fiorellino

-COMUNICATO- replica a Villa Balke

Musica neomelodica: arte e sentimento

Non si può parlare di musica italiana prescindendo dall’arte neomelodica.
Ma ai cantanti napoletani questo aggettivo, spesso abusato, non piace, perché è dai più sovente pronunciato per identificare il figlio tanghero della canzone partenopea.
Uno stereotipo che mal si concilia con il sentimento dell’arte canora nobilmente intesa.
Senza andare oltre ed evitare inutili polemiche intorno a temi ormai oggetto di dibattiti roventi, questa breve premessa si impone per sgombrare il campo da molti equivoci e per sottolineare con vigore che la musica partenopea è arte e nel contempo sentimento. Energia positiva per il corpo e la vitalità dello spirito.
Queste sono le affermazioni sincere di un artista che difende la creatività, il talento, il lavoro onesto e geniale, non quelle di chi intende precostituire la prova di un presunto danno, onde vantarne il risarcimento, perché ritenutosi vittima di esternazioni lesive di una non ben definita professionalità.

“Non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall’ingiustizia”
(W. Shakespeare).

Chi mi conosce sa che sono sempre lontano dalle polemiche, che non mi piace alzare polveroni, che non ho mai speculato sulla mia vita privata, anche se ne ho molti di motivi importanti e reali, ma Quando viene toccato il mio lavoro, che è poi il lavoro non solo mio ma di tanti padri di famiglia che lavorano con me, allora prendere posizione è d’obbligo. Sono stato leso nella parte che meglio so fare: l’artista. Non mi piace dire sono stato vittima di un sistema, perché non mi sento una vittima, piuttosto un bersaglio di una parte di società che addita, senza cultura musicale, facendo delle persone e dei personaggi, un unico calderone, in cui gettare dentro Chiunque, come me, come molti miei colleghi, svolgono il nostro splendido lavoro, con serietà e professionalità, rispettando tutti e chi mi conosce sa che quello che sto dicendo Corrisponde al vero. La vicenda che mi vede protagonista, mio malgrado, riguarda una cerimonia a cui mi sarei dovuto esibire per volere dello sposo, come suo regalo di nozze alla neo moglie. La cerimonia, organizzata lo scorso anno è stata in parte da me indirizzata presso una struttura, essendo gli sposi miei cari amici, mi avevano chiesto, appunto un consiglio sulla location, come sul Filmmaker ed il fotografo, proprio perché vivo a contatto con il mondo del wedding ed avrei potuto indirizzarli sicuramente meglio di chiunque altro. Nonostante non conoscessi ne proprietari della struttura, ne se mi fossi mai esibito, per l’onesta’ intellettuale e la serietà che mi contraddistingue, consigliai loro la Location in questione, in quanto a mio avviso poteva rispecchiare le loro esigenze ed essendo davvero bella. E fu così che gli sposi bloccarono la data. A distanza di un anno quella stessa struttura a cui io stesso ho dato lavoro, quindi riempiendo le casse della proprietà e contribuendo, nel mio piccolo, agli stipendi dei tanti operai che lavorano, lo toglie a me ai miei figli ed ai figli dei miei musicisti e di quanti lavorano insieme a me, con una sola motivazione: i neo melodici non entrano.

Una doccia fredda, mi sono sentito catapultato di colpo nei primi decenni degli anni 60, in cui si leggevano cartelli NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI, o peggio quando danti ad una porta scorrevole di un centro commerciale leggi io qui non posso entrare riferito ai cani. Ciò che ha profondamente offeso la mia persona prima, l’artista ed il professionista che sono poi, è stata la mancanza totale di rispetto verso chi come me ha una storia, ho due SanRemo alle spalle, ho un background professionale che comincia da quando a 6 anni ho cominciato a studiare 10 ore al giorno pianoforte e da allora non ho mai smesso di regalare alla musica tutto me stesso e le mie energie portano a casa mia, la mia Napoli grandi soddisfazioni. Quell’etichetta non è stata un’ offesa soltanto a me, che sono l’ultimo della lista, ma un’offerta ad una grande categoria di popolo che mi segue e che allo stesso tempo però, fa muovere l’economia di queste grandi ville che a quanto pare, snobbano l’artista, ma non i soldi di chi con quell’artista sogna, si innamora e non chiede altro che essere accompagnata nel giorno più importante della loro vita dalla mia musica. Se mi avessero detto la musica esterna così come gli altri servizi, fuochi d’artificio o quant’altro esterni non sono graditi avrei fatto, come ho fatto altre poche volte grazie a Dio in cui mi è capitato, dietrofront, ma stavolta è diverso. La musica napoletana in questo caso non è una malattia da evitare il contagio … bensì parte della musica e forse l’unica, che nel mondo ci rappresenta come ITALIANI ed ITALIANITÀ”