NEL SUO PRIMO LAVORO DISCOGRAFICO VALERIO INTERPRETA L’AMORE E LE SUE SFUMATURE
Canta per passione e per trasmettere emozioni al suo pubblico. E’ un giovane ragazzo, semplice e solare, che ha trasformato il suo interesse per la musica in un lavoro a tempo pieno. Valerio, nel suo album d’esordio, “Inizio così”, racconta l’amore in tutte le sue sfaccettature: quelle che da una passione possono far nascere una storia importante; a quelle che possono sfociare in una grande delusione. E Valerio alcune di queste storie le ha vissute. E questo aspetto viene fuori dalla sua voce, dal suo modo di cantare, e dalla passione che esplode e travolge il pubblico quando interpreta “live” le sue canzoni.
Quando è nata la tua passione per la musica?
«Fin da bambino. ma prima dei 20 anni non mi sono mai esibito tra la gente. Ero molto timido: mi piaceva davvero cantare, ma in pubblico non ci riuscivo. Di fatti quando ero piccolo aspettavo che i miei genitori uscissero per chiudermi nella stanzetta e cantare».
E come sei riuscito poi a superare la timidezza?
«Grazie a mio cugino, lui canta e suona, e un giorno mi disse, “hai una bella voce, perché non canti in pubblico?”, e così iniziò a farmi esibire tra la gente in spettacoli privati, cantavo le classiche napoletane. Da li, poi, sono riuscito a mettere da parte la timidezza. Il canto, fino ad allora, era stato un sogno che avevo tenuto chiuso un cassetto. Ma la passione per la musica era troppo forte e così, qualche mese fa, ho deciso di mettermi in gioco come solista».
Quanti mesi di lavoro ci sono dietro al tuo primo album?
«Circa sei mesi. Ho iniziato nel settembre scorso valutando e provando le canzoni proposte dagli autori».
C’è anche qualcosa di tuo nel disco?
«Ho scritto alcune canzoni ma le tengo chiuse nel cassetto. Non mi andava ancora di inciderle per timore che magari non potessero piacere. Ho preferito lavorare con autori già affermati, mi dava più sicurezza».
Come hai scelto le canzoni da incidere in “Inizio così”?
«Ho ascoltato le canzoni degli autori già pronte ed ho scelto quelle che sentivo “mie”. quelle che a pelle mi hanno trasmesso sensazioni. Infatti in alcune storie mi sono rivisto, raccontavano emozioni, avventure, passioni, che avevo già vissuto. Ho avuto diverse delusioni d’amore, infatti, nella maggior parte delle canzoni contenute nel disco, si parla proprio di questo».
C’è qualche canzone senti “tua”?
«In realtà sono due. La prima è “E se ne va”, racconta di una persona che credevi fosse la tua “per sempre”, ma che ad un certo punto ti è sfuggita dalle mani. Pezzi di me stesso li rivedo anche in “Cient’ nnammurat”, che parla di un amore verso una persona che ti ha fatto del male, ma della quale sei – nonostante tutto – innamorato ancora : puoi uscire con tante ragazze ma non riesci a dimenticarla, nella mente hai sempre lei».
Maria Celeste Gubitosa
Vincenzo Palmieri