IL 27 MAGGIO CI SARÀ IL TUO GRANDE CONCERTO ALL’ARENA FLEGREA A NAPOLI. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?
Questo sarà un evento significativo per più motivi. Innanzitutto è un evento dedicato alla mia città, che merita sempre tanto. Il mio ultimo concerto è stato nel Dicembre 2014 e credo sia arrivato il momento di fare di nuovo qualcosa. Paradossalmente ho fatto al massimo 2/3 concerti a Napoli. Palapartenope, Rotonda Diaz… il resto sempre nella provincia, Salerno, casertano, beneventano, etc.… Ho pensato fosse giusto ristabilire un contatto con la mia Napoli.
In secondo luogo ho un obiettivo, quello di riuscire a trasformare questo concerto in un trampolino di lancio. Ci saranno molti ospiti importanti sul palco e nelle prime file. Ci saranno dei “talent scout” e sarà un modo per avere visibilità nazionale. Credo che qui a Napoli ci siano molti cantanti talentuosi ai quali mancano le giuste opportunità, quello che realmente meriterebbero.
Vorrei sfondare queste barriere che spesso ci mettono davanti, queste discriminazioni che ci limitano, ci svalutano; questo pregiudizio nei confronti di ciò che è “neomelodico”, un termine di cui, ancora oggi, non capisco il significato né come sia nato.
Questo concerto dev’essere qualcosa d’importante per me e per la mia città.
Ospiti ce ne saranno e saranno di un certo livello, ma non mi azzardo ancora a farne i nomi per scaramanzia e perché vorrei, come in ogni mia cosa, esserne certo al 100% prima di parlarne.
<<SCENDERÒ NELL’ARENA PER VINCERE INSIEME A TUTTI QUELLI COME ME CHE NELLA VITA INSEGUONO I PROPRI SOGNI SUPERANDO OGNI OSTACOLO>>
Il mio sogno è arrivare a Sanremo. Ogni occasione, se colta, è buona per lanciarsi verso altri mondi.
Attraverso l’Arena potrei avere l’opportunità di realizzare il mio desiderio.
Il Festival dovrebbe essere una vetrina per i talenti interessanti di Napoli, mostrare le loro potenzialità, dare voce alla loro musica che ha già il suo indiscutibile seguito. Ci sono artisti nazionali che non fanno gli stessi numeri di un artista napoletano e artisti napoletani che, purtroppo, non hanno la chiave per aprire la porta di occasioni importanti come quella di Sanremo.
Ho incontrato tantissimi ostacoli e molti ne incontro ancora perché ci sono persone che vogliono che io rimanga dove sono senza fare quell’avanzamento cui aspiro. Mi riferisco soprattutto al discorso nord/sud. Al nord c’è ancora chi non vuole vederci prevalere, cerca di metterci da parte sempre a causa del pregiudizio. Napoli dà tanto, ma in certi contesti è un’arma a doppio taglio e diventa un ostacolo… ma lo supereremo <<PIÙ FORTE DI OGNI VENTO!>>
<<È la voce maschile più interessante che
ho sentito da un decennio a questa parte
a Napoli. Rosario ha molta esperienza,
nonostante ciò ha tanto da imparare ancora,
ma del resto io stesso. Nella musica
nessuno ha mai ragione. Nella musica c’è
sempre da imparare.>>
FRANCESCO D’ALESSIO
IN CONCERTO ROSARIO MIRAGGIO & BAND GERMANIA “DOVE SARAI” TOUR 2017
Eh si, questo tour mi vedrà in compagnia della mia Band. È difficile, per gli artisti nostrani, partire dall’Italia meridionale con i propri musicisti per la Germania. Questo tipo di viaggio comporta delle spese importanti, spesso difficili da sostenere. Ci si avvale, quindi, di basi, di un semplice tastierista, ma non capita facilmente che ci si possa avvalere di un’intera band. Di conseguenza, si è voluto puntare molto su questo fattore per la pubblicizzazione dell’evento, anche perché, dopo tanti sacrifici, ci sono riuscito. Lì ci sono teatri bellissimi, posti spettacolari e ampi, e ci si sente un po’ perduti, delle volte, a cantare soli sul palco senza nessuno alle spalle o attorno a te. Questi posti si affollano di tantissime persone e ti viene da pensare a quanto sia un peccato che non si possa avere un’orchestra come si deve ad accompagnarti per offrire uno spettacolo degno.
Vado sistematicamente una volta all’anno in Germania. Ho il mio ricco seguito. Quando sei lì trovi l’italiano che cerca in te il legame con le sue origini, con la sua terra, ed è per questo che è ancora più caloroso e preso dal tuo spettacolo.
Hanno nostalgia della propria terra, delle nostre canzoni. A Napoli abbiamo la fortuna di vederci, di abbracciarci quasi tutti i giorni col pubblico. Lì invece è un vero e proprio evento ed è impossibile che vengano in pochi.
Sono contento di esserci anche quest’anno e di essere affiancato da altri artisti. L’organizzatore è Marco Pagano che, al momento di pianificare questo concerto, mi ha detto che gli sarebbe dispiaciuto lasciarli a casa. Io sono sempre disponibile con tutti e non ho trovato nulla in contrario. E così è stato che ci troviamo tutti insieme.
COSA PENSI DELLA COLLABORAZIONI ARTISTICHE?
Secondo il mio parere, prima di decidere di collaborare con un artista, bisogna fare bene le proprie valutazioni. Sono assolutamente propenso, soprattutto se così facendo puoi aiutare qualcuno.
Però credo che, quando arrivi a un certo punto della tua carriera, ci sono contratti ed impegni che devi rispettare e quindi devi, anche se con amarezza, rifiutare. Ad esempio oggi mi trovo in un momento in cui non posso accettare collaborazioni, ma in altri momenti non la trovo una cosa sbagliata.
Quando ci si appresta a farne una bisogna valutare bene molte cose prima di procedere. Valutare la canzone senza buttarsi a capofitto nel progetto, bisogna sempre lavorarci sopra e curare i minimi particolari. Ad esempio dopo 4 anni ho accettato di cantare con i Mr. Hide e l’ho fatto solo dopo aver appurato che poteva esserci un pezzo che realmente poteva considerarsi in linea con quello che cercavamo. Nonostante loro abbiano duettato con molti grandi personaggi, devo dire che i risultati di “Dove sarai” sono davvero apprezzabili superando ogni aspettativa. È stato molto gettonato e mi fa molto piacere per loro che ne abbiano ricavata la visibilità sperata.
Sono contrario ai duetti nati in pochi giorni e via. Il 90% delle volte si rivelano brani di scarso successo e di facile scomparsa.
QUALI SONO I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO MUSICALI?
Ascolto la musica italiana, apprezzo maggiormente quella anni ’90 e dei primi anni 2000. Mi piace Eros Ramazzotti, Biagio Antonacci, Gigi D’Alessio con il quale ho anche collaborato. In generale, però, quella italiana non è la musica che preferisco.
Ovviamente sono gusti personali. Trovo molto più interessante quella inglese e americana. I miei preferiti sono i “Maroon 5”, il mio idolo è Adam Levine che ritengo una vera forza della natura.
COM’È IL TUO RAPPORTO CON I FUN E I SOCIAL NETWORK?
Un rapporto abbastanza frequente, sono disponibile con tutti, cerco di tenerli sempre aggiornati sui miei progetti e tutti i miei passi. Entro i limiti delle mie possibilità cerco di rispondere a quanti più possibile, ma sono in tanti ed è difficile soddisfare le richieste di tutti. Stiamo mettendo su un Fun Club che sarà online fra poche settimane, con tutti i vantaggi che offrirà.
COM’È NATA L’ESPERIENZA CON “TROPPO NAPOLETANO”?
Prima di tutto ho conosciuto Alessandro Siani. Su di lui, come per molte persone, ne senti dire tante.
Personalmente lo trovo un ragazzo assolutamente disponibile, che vuole fare qualcosa d’importante per Napoli. Si mette a disposizione del suo pubblico e della sua città e “Troppo napoletano” è esempio di questo suo lato.
Lui ha molta stima di me e “Ti amo e ti penso” è un brano che a lui piace molto tant’è che l’ha voluto inserire nella colonna sonora del film. Vengo spesso citato nel corso del film. Non solo il mio brano, ma in molte delle sue scene si parla di me e questa cosa mi ha fatto assai piacere perché per me è stata una bellissima pubblicità.
Al di là di questo, il film mi piace nella sua semplicità e perché fa amare Napoli e i napoletani a chi poco ci conosce. Gigi e Ross sono dei ragazzi simpaticissimi che fanno “morire dalle risate”. Tutti e tre mi hanno dato qualcosa che mai dimenticherò, qualcosa che non ha prezzo. Mi hanno dato consigli che porterò sempre con me e che già sto mettendo in pratica da qualche tempo.
SE TI OFFRISSERO L’OPPORTUNITÀ DI RECITARE, ACCETTERESTI?
Quest’opportunità mi è stata già offerta, me l’hanno proposto più volte. Come per le canzoni, anche in questo caso è una cosa da valutare bene. Qual è il film? Qual è il tuo ruolo? Dove ti potrebbe portare? Ad esempio un film sullo stile di “Gomorra” a me non può interessare. Per “Troppo napoletano”, invece, quando mi chiamarono prima di girare il film, anche se fattivamente non ho recitato, mi piacque molto l’idea. È stata una bella esperienza.
Se si tratta di cantare, so che posso garantire che verrà bene, perché lo so fare. Nel recitare le garanzie sono assai poche, non posso essere certo che lo saprei fare. Però mai dire mai. Se dovesse accadere, come in ogni mia cosa, m’impegnerei.
Ci metterei la faccia e, non volendo fare e far fare brutte figure, studierei e mi darei fino in fondo.
Sarei, però, più propenso a un’esperienza cinematografica che teatrale. Anche in questo caso mi sono stati proposti dei musical, ma non ho voluto perché sono concentrato su strada ben precisa. Per me è sbagliato fare troppe cose insieme, non riesci a portare a termine nulla per bene e perdi il filo del discorso allontanandoti dal tuo obiettivo.
Il teatro è troppo impegnativo e, secondo me, è un passo da fare quando e se hai già fatto tutto nel tuo percorso artistico e hai già raggiunto ciò che volevi. Il teatro viene dopo, dopo una carriera, dopo esserti preso le tue soddisfazioni.
COSA PENSI DEL FATTO CHE L’ATTENZIONE DEI MEDIA NAZIONALI SIA ORA MOLTO CONCENTRATA SUL FENOMENO NEOMELODICO?
La nostra è una realtà che non si può più nascondere.
Cercano spesso di ridicolizzare questo nostro mondo a parte, ma se riusciamo a fare grandi numeri come vendite, social e concerti, ci sarà un perché.
E non possono più far finta di non vedere.
C’è stato un momento in cui le case discografiche prendevano i personaggi dei talent show, gli affidavano un brano e, costruito il prodotto, lo buttavano nella mischia. A qualcuno è andata bene, ma 9 su 10 non vanno avanti. Non funzionando discograficamente, non portando risultati concreti. Adesso l’attenzione sta passando su di noi. E credo che questo sia il momento giusto per noi napoletani per giocarci bene le nostre carte. Un ragazzo uscito da un talent può piacere e fare grandi numeri sui social, ma riesce ad affrontare un concerto di 2 ore? Cosa canta? Una o due canzoni sue….poi il resto tutte cover. Quindi finisce lì.
Un cantante napoletano ha altri numeri, ha costanza, piace e vende. Loro si stanno accorgendo di questo.
ACCETTERESTI DI FARE UN’ESPERIENZA COME QUELLA DI NANCY ALL’ISOLA?
Credo che ognuno di noi abbia la sua storia e la sua strada da percorrere. Mi hanno, proposto qualche anno fa, l’ ”Isola dei Famosi”, “ballando con le Stelle”, come anche “X Factor”. Proposte che mi sono arrivate dalle etichette discografiche come a dirmi che questo era l’unico modo per farmi fare un passo in avanti verso la musica nazionale.
Sono contento di aver rifiutato. Mi dicevano di volermi, ma sarei dovuto passare attraverso un talent, e per me non era accettabile.
Nel caso di Nancy la scelta è stata giusta anche perché se l’è giocata bene ed è uscita bene. Nel mio caso, avendo io un carattere differente, forse sarebbe stato per me più un danno che altro. Poi non è compatibile con la strada che voglio percorrere e gli obiettivi che voglio raggiungere. Devo essere conosciuto e riconosciuto per la musica. Preferisco costruirmi da solo, anche a piccoli passi.
SE NON AVESSI FATTO IL CANTANTE, NELLA VITA COSA AVRESTI FATTO?
Questa è la domanda più difficile…perché io non so fare NIENTE. A casa mi prendono in giro. Seppure mi chiedano di fare qualcosa, subito dopo si pentono perché non è “arte mia”, faccio solo guai. Mio fratello sa fare qualunque cosa, io nulla.
Anche cercare una camicia mi è difficile…chiamo sempre mia moglie perché, non ci sta niente da fare, non la vedo!!
QUALI SONO I PROGETTI FUTURI?
Sto preparando un disco con un’etichetta discografica nazionale e l’obiettivo per l’anno prossimo è Sanremo. Per un artista, o meglio cantante …la parola “artista” credo che sia usata troppo spesso in maniera impropria. Di me voglio parlare come cantante. Per un cantante credo che Sanremo sia una tappa importante, soprattutto se ci si ritrova a partecipare ad eventi di carattere nazionale come in Mediaset con Gigi D’Alessio.
Il mio desiderio è innanzitutto di scoperta. Vorrei sapere cosa c’è dopo quella porta. Partecipare al Festival per me sarebbe un avanzamento, ma anche la possibilità di vedere cosa c’è dopo ciò che sto vivendo ora. So come sta andando a Napoli, ma andrebbe altrettanto bene se mi conoscessero a livello nazionale? Mi piacerebbe, al di là dei riscontri lavorativi, avere l’opportunità di confrontarmi con un genere per me diverso ed un pubblico più ampio.
Sono curioso e la cosa più brutta sarebbe morire col dubbio …e questo non è contemplato!
HAI PREGI E DIFETTI. I PREGI SONO FACILI DA INDIVIDUARE, I DIFETTI DIFFICILI DA AMMETTERE DI AVERE. QUAL È IL DIFETTO CHE DI TE RICONOSCI?
Credo di essere una persona assai emotiva. In certi casi bisognerebbe essere freddi. Io, invece, spesso mi faccio prendere dall’emozione. Paradossalmente, da un certo punto di vista, non è una cosa negativa, perché se ti emozioni, anche se trema un po’ la voce, trasmetti emozione al pubblico che si sente ancora più coinvolto e partecipe. Ci sono artisti che, dopo tanti anni, non si emozionano più nel cantare davanti migliaia di persone e, quando si esibiscono, sembra manchino di calore, sono troppo sicuri e non danno più emozione. Parlando di me forse dovrei essere più freddo e meno introverso in certe situazioni. Ma se traspare un po’ di emozione credo di emozionare a mia volta di più.
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intervista a cura di Ermelinda Belsito e Bruno Cirillo